Palermo - Parma 3-1 16a giornata Campionato Serie A 2010/2011

Vedi Napoli e poi muori. Omini di ectoplasma rosanero scorazzano nel prato del Renzo Barbera, evanescenti come il primo tempo di Palermo – Parma, trasparenti a tal punto da farsi attraversare dalla squadra avversaria che volando giunge in porta e al 6’ segna il gol del vantaggio e pure di un lontano ex.
I ricordi del San Paolo sono ancora vividi nella testa e nelle gambe, pesa il fardello di un match perso a pochi secondi dalla fine di una partita sofferta, tormentata come l’animo di chi avrebbe dovuto fare la differenza e che invece ha pennellato la tela con colori alquanto sbiaditi.
AAA Palermo cercasi, nell’avvio di partita in cui il Parma, galvanizzato dal gol, si distende con ordine e riparte a gran velocità, ben messi in campo ergono muri solidi di difesa e tessono trame fitte a centrocampo. Ilicic e Pastore con poche fantasie, Miccoli troppo solo, Bovo sostituisce Cassani sulla fascia destra, e che, per sua natura, si accentra in difesa scordandosi di essersi improvvisato terzino; assente anche Migliaccio con Rigoni suo sostituto.
Il vantaggio è difeso senza troppi affanni. Ma ecco che nella ripresa Rossi sfodera una pozione magica per far ritornare in vita i suoi uomini: questa pozione si chiama Pinilla, chiamato a sostituire un inesistente Pastore, che varrà pure un pozzo di petrolio ma quando non è in giornata non è il caso di imporre la sua presenza. Fisico, guerriero, aggressivo, fa salire la squadra e in soli 5 min dona al Barbera la speranza che forse il Palermo è un abito double face: Nocerino con la complicità di Ilicic serve una palla al cileno che con un tocco la mette dentro. Ed è uno pari.
Passano poco più di dieci minuti e la pozione Pinilla da un lancio di Goian, serve un golden ball a Miccoli che con un destro potente e preciso porta in vantaggio la squadra.
Al 71’ Rossi, che stasera “le sa tutte”, inserisce Liverani per Rigoni e infine Kasami per Miccoli: si copre un po’ l’allenatore, come giusto che sia. Il Parma non accetta la sconfitta e ci prova fino alla fine a mettere in difficoltà l’avversario sorprendendolo in velocità e con molti tiri da fuori area. I guantoni di Sirigu benedetti da S.Rosalia valgono più della metà della vittoria, sigillata all’88’ da un colpo di testa “matrimoniale” Kasami-Zaccardo su un cross di Ilicic. 3-1
E così nell’ultima partita dell’anno al Barbera, il Palermo si porta a quota 26 in classifica proprio nella zona delle grandi del campionato e ci auguriamo che a Bari l’aggiunta di tre punti possa essere il personale regalo di natale.
Riflessioni: Il trio fantasia non può e non deve essere l’unica soluzione per rendere la squadra vincente, perché il calo di prestazione di almeno uno della triade trascina in un buco nero tutta la squadra. Bene Rossi, chi non rende è giusto che scaldi un po’ la sedia.
I “panchinari” che abbandonano le sedute si scopre siano forti tanto quanto i titolari. Mauricio P. è una splendida rivelazione: Eclettico e a volte cinico può agire sia da solo come unica punta grazie alla sua fisicità e ai suoi buoni stacchi di testa ma anche a braccetto con Capitan M. che raccolgono il mio personale consenso.
Liverani non è il sostituto necessariamente naturale di Bacinovic e viceversa: nei minuti giocati insieme hanno dimostrato che anche questa coppia può funzionare, due piccoli registi che spesso si divertono a scambiarsi il ruolo grazie (fortunatamente!) a caratteristiche psicofisiche diverse.
Scongiurato il mostro Napoli, i fantasmi sono ritornati a vivere e nuove anime interessanti fanno sperare in un inizio di anno ricco di nuove possibili combinazioni. Chissà se sarà proprio questo il segreto per la continuità. Rossi, siamo felici che tu, il panettone, lo mangi insieme a noi.

Antonietta Tempio