Fiorentina - Palermo 1-2 6a giornata Campionato Serie A 2010/2011

Volevo essere un calciatore.
Volevo esserlo, volevo essere un talento per deliziare spettatori avidi di emozioni, giornalisti dalla penna infuocata e telecamere desiderosi di cogliere qualche magico momento.
E’ la voglia di una tifosa, che ammira con un piede ballerino, le meraviglie della meglio gioventù in una prateria verde e “Viola”.
Per la prima volta, dopo l’assaggio di Torino, i nostro occhi erano pieni di entusiasmo, questo era il Palermo che attendevamo, aggressivo, corto, compatto e propositivo. Si concede poco e strappa molti applausi anche dalla tifoseria avversaria. Le gambe però tradiscono le menti e non sbalordiscono per 90 min: comprensibile, perché mai abituati a giocare quasi ogni tre giorni, ma adesso ciò che conta è che questi 8 punti riportano la squadra di Delio Rossi lì dove doveva stare già da un po’. Certo è prematuro pensare a grandi cose, a grandi imprese, il team è giovane e (come dice lo stesso Rossi) bisogna saper aspettare che questi frutti acerbi maturino, che regalino continuità, fermezza e lucidità. Ma di forza ce n’è. E anche di spettacolo. Di gol ne sono stati fatti due ma avrebbero potuto essere più di quattro. Ci siam fatti bastare la potenza del “Cuore” di Ilicic al 17’ (una sventola di sx in diagonale e da fermo) e la perla dell’argentino J. Pastore, che da centrocampo con 5 cani all’inseguimento, chiede a Nocerino un aiutino, per poi smarcarsi con sangue freddo da Frey e segnare un gran gol che lascia tutti a bocca aperta compreso il Franchi con i suoi Viola. Lezione di calcio. Il 4-3-2-1 solito ormai è una certezza. Stessa formazione di Juve- Palermo, con i due grandi trequartisti che sostengono (si fa per dire) la fisicità di Mauricio Pinilla (poi sost. Da Hernandez), che non segna ma che di certo fa salire la squadra.
Si va negli spogliatoi con l’idea che questi 3 punti sono stati conquistati facilmente.
L’ingesso di Santana tra le file della Fiorentina al 10’ del secondo tempo, cambia un po’ i giochi. I Viola prendono coraggio, sfruttano le fasce poco percorse dai Rosanero che prediligono le verticalizzazioni centrali, e trovano il gol con Gilardino. 2-1.
Niente paura. Bisogna mantenersi lucidi. Lucidità e occhiali, che mancano a Mr Mazzoleni, che appena dopo il gol concede un calcio di rigore alla Fiorentina, per un presunto, molto presunto fallo di mano di Balzaretti in area.
A poco valgono le proteste. Cartellino estratto e il trequartista Ljajic pronto sul dischetto. Sirigu ci regala una sorpresa. Parato. Rigore parato. E si riparte con le narici di un toro, galoppando con la forza di questa vittoria.
Le emozioni non terminano qui. Giustizia divina. Al 28’ espulsione Montolivo per fallo da ultimo uomo su Bovo. Nessuna protesta. A testa bassa lascia il campo. Fiorentina in 10. E il Palermo fa fatica. Ha corso troppo, ha inventato dei buoni contropiedi, anche se non hanno aggiunto un numero al tabellone. Forse troppe delizie diventano una croce. Egoismo, e voglia di stra-fare ormai è una costante. Fantastici i tacchi di Pastore. Uno di troppo forse. Ma sti ragazzi sono fatti così: hanno bisogno di non essere imbrigliati, di saltellare qui e la e di stupirci quando meno te lo aspetti.
I tre punti sono in cassaforte ed è da quelli che bisogna iniziare a procedere per la retta via. La sosta per l’impegno della Nazionale cade a fagiolo. Ci porterà via Sirigu, Bovo e Cassani e spero non si stanchino troppo. Il Palermo fra due domeniche incontrerà il Bologna in casa e questo ci turba, ci fa paura. Chissà se queste due settimane di meditazione, serviranno a scacciare lo spettro del Renzo Barbera che non ci concede punti già da un po’. Intanto io mi concentrerò al fine di rinascere uomo, e soprattutto con un bel 27 stampato sulla maglia.