Palermo - Catania 3-1 12a Giornata Campionato Serie A 2010/2011

…“Che cos’è l’amor… chiedilo alla porta, alla guardarobiera nera e al suo romanzo rosa…” Anche Capossela coglie i colori nuovi del sentimento. Amore: trasposto dell’animo, coinvolgimento affettivo/emotivo profondo, talvolta sofferenza; quando è corrisposto è l’esplosione della primavera dell’anima. Amore: quello reciproco e intenso che si prova quando da una parte si regala uno spettacolo di rara entità con prestazioni di fuoriclasse talentuosi e dall’altra cuore e acclamazione di tifosi, fieri e orgogliosi di questa fede Rosanero.
Dopo poco meno di tre anni il Palermo torna a vincere il Derby, con l’uomo che oggi entra nella storia sigillando la partita con tre sventole colpite in ogni modo possibile: Javier Pastore. Avrebbe potuto raggiungere l’Olimpo se solo avesse camminato sull’acqua o volato; ma su questo credo ci stia lavorando.
Il Renzo Barbera è stato scenario di un big match degno di piazze europee, grazie anche ad un Catania che ha costantemente pressato e che nei primi minuti di gioco ha avuto molte occasioni per avere la vittoria in mano. Non è stato così.
E’ il momento del ritorno da titolare di Miccoli, unica punta quasi forzata per l’emergenza in attacco dopo l’infortunio di Hernandez e Pinilla, è il tempo di sperimentare un triangolo Ilicic-Pastore a supporto di Capitan F, è il tempo di dimostrare al Presidente che questa squadra è un gruppo che vuole volare in alto mettendoci il cuore.
I Rosanero ci credevano, volevano regalare la vittoria ad una platea civilmente composta, e dopo due errori pesanti di Maxi Lopez e Martinho ecco la furia argentina che al ’33 segna il gol del 1-0 cogliendo di testa un cross di Balzaretti giunto con lo zampino di Bacinovic.
Il 4-1-4-1 del Catania disturba la formazione di Delio Rossi, formiche operose rossoblu senza stelle di spicco, combattono per 90 min un avversario che inventa degli ottimi contropiedi e giunge in porta con perle d’accademia. Stupefacenti.
All’inizio del II tempo la partita sembra cambiare volto: Terlizzi in solitudine davanti l’area, a causa di un dormiente Bovo, aggancia il tiro dal corner di Mascara. Ed è il pareggio. E sempre dell’ex. Che rogna. E allora ecco la punizione. Palla a centro, fischio, una carezza di Miccoli smarca a destra per El Flaco che in meno di 46 secondi calcia in rete in diagonale segnando il gol del 2-1. Spettacolo.
Il dopo ha suscitato un po’ di timori. Retropassaggi e un po’ di melina; in alcune occasioni si è temuto il pareggio. Maccarone subentrato a Miccoli (ancora non al top) al ’63, ha per un paio di volte, l’opportunità di chiudere la partita. Sfortunato.
E il Catania si allunga nell’ultima parte della gara: Izco rompe quasi la traversa e allibisce Sirigu che aveva già parato con la gamba un tiro di Ricchiuti. I Santi aiutano.
Ma ci pensa ancora lui, Javier; lo sloveno Ilicic fa partire un fantastico lancio da settanta metri colto da Maccarone che con un dorato cross basso serve un pallone che diventa una perla per Pastore che la mette dentro di sinistro. Esplode lo stadio. Noi tifosi, raggianti saltelliamo tra sedie e divano di casa e ci tuffiamo dalle curve del Barbera. Spettacolo avvincente, ha scaldato il cuore, rinnovato l’amore, trovato una vera stella che oggi, con una fasciatura rosa shocking non era in formissima: alla faccia!
“Er Secco”. Ha regalato le giuste conclusioni di 11 prestanti gladiatori che hanno giocato di fantasia e di cuore, con entusiasmo creato occasioni riducendo l’egoismo a favore dei valori del cosiddetto “tacchimetro” (vedi Fiorito): tanto più è alto questo indice tanto più la squadra dimostra fantasia e gioia di giocare, mirando all’unico obiettivo, la vittoria.
Il merito è di tutti: rattoppati, strappati, reinventati portano a casa i tre punti con orgoglio e fierezza.
Bene Delio: azzecca la mossa giusta nel far giocare Pastore più in avanti riducendogli le risalite che lascia ad altri. Cane sciolto attende le palle d’oro dai compagni forando la rete.
Bravi gli esterni come sempre: Balzaretti che pare un selvaggio indiano d’America si procura pure la convocazione in Nazionale per la sua prestazione.
Bravi gli Sloveni: ci mettono lo zampino sui gol, spingono in avanti anche nascosti tra le righe: efficaci.
17 punti in classifica che, con questa grinta avrebbero potuto essere di più se solo Miss Costanza fosse più presente nella mente e nel corpo dei giocatori.
La squadra oggi ottiene da me il voto: Otto…ma come dicevano i Prof al Liceo…Secondo me può fare di più.